Ha fretta Matteo Renzi. Certamente sul fronte della scuola e, in particolare, dell’edilizia scolastica, hardware essenziale dell’istruzione. Da Siracusa, seconda tappa, dopo Treviso, del programmato tour nelle scuole del Paese, il presidente del consiglio ha annunciato che sono pronti 2 miliardi per rimettere in sesto i malridotti edifici scolastici. Bisogna “dare una corsia preferenziale ai soldi per la scuola, perché si spendano con tempi più serrati di quelli previsti dalle norme vigenti” ha detto il Premier parlando ai sindaci del Siracusano.

 

Già nel cosiddetto Decreto del Fare era stata stanziata una somma – 150 milioni – per la manutenzione straordinaria e ordinaria degli edifici scolastici, ma finora è stata solo parzialmente aggiudicata a livello regionale: poco piu’ di 35 milioni (il 23,8) per 207 interventi rispetto ai 692 ammessi al finanziamento (circa il 30%). Renzi vuole dare un’accelerata. Intanto ha scritto ai sindaci invitandoli a comunicare gli istituti scolastici bisognosi di interventi (“una iniziativa dalle modalità certamente inconsuete – ha commentato Fassino – ma benvenuta per rompere l’immobilismo”) e poi ha annunciato per mercoledì prossimo un pacchetto di misure per la scuola (in cantiere pure l’efficientamento energetico per spendere meno in bollette) “che mettiamo tutte insieme per non incatenare i sindaci, ma scatenarli”.
 

Che ci sia bisogno di ‘scatenare’ le forze lo confermano i dati. Secondo la fotografia scattata da Legambiente il 62% degli edifici scolastici é stato costruito prima dell’entrata in vigore della normativa antisismica, il 37,6% ha necessita’ di interventi di manutenzione urgente, il 40% é privo del certificato di agibilità, il 60% manca del certificato di prevenzione incendi. A Palazzo Chigi e a viale Trastevere si lavora sia sul piano tecnico sia sulle coperture finanziarie per avviare l’operazione scuola. “Per questi 2 miliardi ‘e mezzo’ ci sono coperture certe, risorse incagliate in vari capitoli di spesa che stiamo sbloccando per farle convergere sullo stesso obiettivo.
 

Certamente non saranno sufficienti a mettere tutto a posto. Per questo – ha spiegato il sottosegretario all’Istruzione Roberto Reggi – stiamo lavorando, anche in queste ore, assieme agli enti locali per verificare le varie disponibilità, proprie o reperibili da altre fonti. Vanno trovate altre soluzioni oltre ai fondi diretti. Già in passato sono stati presi in considerazione fondi d’investimento e forme di partenariato pubblico-privato e si stanno valutando varie possibilità”. Intanto gli enti locali si rimboccano le maniche.
 

“Stiamo inviando la documentazione sui progetti già appaltati al Miur e nel frattempo abbiamo iniziato a inviare alla mail del Governo – ha informato il presidente dell’Upi Antonio Saitta – le proposte di interventi, così da permettere al presidente Renzi di disporre, entro la data indicata del 15 marzo, di almeno un progetto per Provincia sulle scuole superiori”. E se il sindaco di Varese, Attilio Fontana (Lega Nord) accusa Renzi di demagogia (“se vuole dare un segnale lo dia sbloccando il Patto di stabilità”), il sindaco di Perugia Wladimiro Boccali guarda al sodo: “Il tema di quale gatto usi Renzi per prendere il topo non mi appassiona. L’importante è il risultato” dice e assicura: “se arrivano i 100mila euro richiesti, in un mese avvio i lavori”.
 

Qualcuno però già guarda oltre. “Investire nell’edilizia scolastica e rilanciare l’efficientamento energetico rappresentano solo una piccola parte degli interventi di cui la scuola ha bisogno per garantire un servizio di qualità. Il Governo deve da subito affrontare altre questioni in sospeso ormai da troppo tempo” ammonisce il segretario dell’Ugl Scuola, Giuseppe Mascolo. Una delle partite aperte, intanto, si avvia alla chiusura. Il Senato ha approvato proprio oggi il decreto che sana il pasticcio burocratico sulla restituzione degli scatti stipendiali del personale scolastico.
 

Fonte: ANSA